Qualche giorno fa mi ha fatto una telefonata. “Elisabetta mia, lo sai che ti voglio bene, vero?”
Il suo accento napoletano non si notava quasi più, la sua voce era meno profonda.
Ho capito all’istante che era un addio.
Dino è morto. Con tutto il lavoro che c’era ancora da fare. Non gli ho ancora nemmeno consegnato il riassunto del libro che mi ha chiesto di leggere per la nipote Giada. Immagino la sua mitica scrivania straripare di copioni da riscrivere, con lui che quasi ci spariva in mezzo. Non è mai il momento giusto per morire, ma per De Laurentiis lo era meno che per chiunque altro.
(Premi READ MORE qui sotto per proseguire)